giovedì 21 novembre 2013

"The Returned" di Jason Mott

Titolo: The Returned
Autore: Jason Mott
Edizioni: Harlequin Mondadori

TRAMA: Per Harold e Lucille Hargrave la vita è stata felice e amara allo stesso tempo. da quando hanno perso il figlio Jacob il giorno del suo ottavo compleanno, nel 1966. In tutti questi anni si sono adattati a un'esisitenza tranquilla, senza di lui, lasciando che il tempo alleviasse il dolore... Finchè un giorno Jacob, misteriosamente, ricompare alla loro porta, in carne e ossa. E ha ancora otto anni.
In tutto il mondo le persone amate stanno tornando dall'aldilà. Mentre il caos rischia di travolgere l'umanità intera, la famiglia Hargrave è costretta a fare i conti con una realtà nuova quanto misteriosa e con un conflitto che minaccia di sovvertire il significato stesso di genere umano: i Redivivi sono un miracolo o un segno della fine del mondo ?

RECENSIONE: (spoiler) eccomi qua, oggi, nel difficile compito di recensire The Returned, difficile perchè è un libro che tocca le corde più profonde dell'anima, fa riflettere sul dolore della perdita, sulla famosa "elaborazione del lutto", e su tutte quelle cose che non siamo mai riusciti a dire ai nostri cari scomparsi.
Il libro di Jason Mott è unico perchè narra una storia di Redivivi davvero diversa dal solito, qui non si parla di zombie o creature orrende che tornano, ma di "persone" disorientate che tornano dall'Aldilà desiderando solo di abbracciare i loro cari...
E se da un lato il libro tratta la parte logistica della faccenda, con tutti i problemi che si vengono a creare a causa del veloce aumento della popolazione, proprio come se fosse in atto l'accoglienza di un numero spropositato di profughi, dall'altra ci sono le vicende delle varie famiglie che devono affrontare il ritorno di un loro caro, prima fra tutti la famiglia di Harold e Lucille. E oltre a questo il tema religioso: come le varie religioni nel mondo interpretano e giustificano i Redivivi.
Ma credetemi, la parte logistica è la meno interessante, ma quello che vuol trasmettere questo libro è per me davvero unico: affrontare la morte, la perdita, cercare di dimenticare il dolore e al tempo stesso fissare quei ricordi che ci faranno compagnia tutta la vita. E capire quante sono le cose che avremo voluto dire alle persone care che ci hanno lasciato...per capire veramente quello che è il capolavoro nascosto in queste pagine trascrivo uno stralcio della lettera di Lucille per Harold...toccante e commovente:

[...] Non so come questo bambino, questo secondo Jacob, possa essere in vita. Ma onestamente non mi importa. Ci ha dato qualcosa che non avremmo mai pensato di poter riavere: una possibilità di ricordare cos'è l'amore. Una possibilità di scoprire se siamo ancora le persone che eravamo quando eravamo due giovani genitori e pregavamo che niente di brutto potesse succedere a nostro figlio. Una possibilità di amare senza paura. Una possibilità di perdonarci.
Lascialo andare, Harold.
Amalo. Poi lascialo andare.

Credo veramente che questo sia il passaggio che più mi ha colpito, forse perchè da madre mi sono sentita toccare nel profondo, perchè perdere una persona cara non dovrebbe voler dire precludersi la possibilità di amare ancora...

Quindi sarò ripetitiva, ma un libro davvero unico nel suo genere, commovente, toccante, capace di arrivare nel profondo....Il mio giudizio
 sia per l'originalità della storia, sia per il modo in cui è narrata. Assolutamente da leggere.

Vorrei cogliere l'occasione per ringraziare la Harlequin Mondadori di avermi inviato il libro e avermi dato così questa bella opportunità.
Alla prossima,
Alessandra









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